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La storia di Silvia dopo la condanna di Strasburgo all'Italia

La storia di Silvia dopo la condanna di Strasburgo all'Italia:

"Ho fatto sette denunce contro il mio ex marito e avevo paura. Lo Stato non mi ha protetta"


L'aveva denunciato 7 volte, dopo essere stata minacciata di morte, colpita con un casco, perseguitata e spiata. E per 7 volte, nonostante le segnalazioni di Carabinieri e ospedale, i magistrati incaricati di indagare sul caso non avevano preso provvedimenti sull'ex marito violento della vittima.

Per la Corte europea dei diritti umani, Silvia De Giorgi, residente nel padovano, è stata sottoposta a un "trattamento inumano e degradante". E con queste motivazioni la Cedu ha deciso di condannare l'Italia. I giudici di Strasburgo hanno stigmatizzato l'inazione dei magistrati: ora lo Stato dovrà risarcire la donna, pagando 10mila euro per coprire i danni morali che le ha procurato non agendo per tutelarla.

Le denunce si sono susseguite tra il 2015 e il 2019. Silvia si era separata dal marito nel 2013, proprio a causa dei maltrattamenti e delle violenze. Nonostante questo, lui aveva continuato a vessarla e a minacciarla. Era arrivato addirittura a piazzare delle telecamere nella casa della donna. L'aveva molestata più volte, l'aveva anche seguita, picchiata, insultata. I maltrattamenti si erano estesi anche ai tre figli della coppia, per il quali l'uomo si era anche rifiutato di pagare gli alimenti.

I rapporti della polizia giudiziaria e del pronto soccorso erano chiari: la donna aveva subito violenze. Anche i servizi sociali avevano confermato la versione della vittima. Ma i giudici sottolineano che, nonostante questo, i magistrati incaricati di valutare il caso non avrebbero adottato nessuna iniziativa per verificare le denunce. La loro inazione, sottolinea ancora Strasburgo, ha creato "una situazione di impunità" per l'ex marito....

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